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ITALIA RIPENSACI!

monumento pace

L’appello delle Città per il disarmo nucleare

Data di Pubblicazione

13 maggio 2025

Tipologia

Comunicato stampa

Descrizione estesa

La foto che abbiamo scelto per accompagnare questo documento che informa della nostra adesione alla Campagna contro il disarmo atomico, rappresenta Il Monumento alla pace dei bambini (原爆の子の像?, Genbaku no ko no zō) letteralmente "statua ai bambini colpiti dalla bomba atomica". Si tratta del memoriale realizzato a Hiroshima, in Giappone, per commemorare le migliaia di bambini vittime della bomba atomica di Hiroshima e  in particolare, a Sadako Sasaki, una giovane ragazza che morì di leucemia a seguito delle radiazioni emanate dalla bomba atomica sganciata sulla città giapponese il 6 agosto 1945.

Il mondo ha preso una brutta piega. Le guerre che ci circondano potrebbero riguardare sempre più persone, senza guardare in faccia a nessuno, noi compresi.

Nonostante qualche tentativo “poco convinto” di ristabilire la pace da parte dei governanti del mondo occidentale,  i conflitti armati sono sempre più estesi e distruttivi.

Il giorno di Pasqua, poche ore prima di morire, Papa Francesco ha dedicato le sue ultime parole per chiedere nuovamente il disarmo perché senza di esso non ci potrà mai essere pace. Un’arma è, e sempre sarà, uno strumento di guerra e, quindi, di violenza e se fosse un’arma atomica, sarebbe perfino strumento di annientamento del pianeta intero, ben oltre la morte di gruppi di individui.

C’è da rabbrividire all’affermazione di Putin che per la conquista dell’Ucraina “non serviranno armi nucleari” perché il solo affermarlo è la dimostrazione che esse sono state prese in considerazione e l’escalation cui assistiamo da mesi non ci tranquillizza né sulla fine della guerra, né sulle armi che potrebbero essere usate.

C’è poco da stare tranquilli e non possiamo distrarci e nemmeno possiamo rifugiarci sul “non dipende da noi” pensando che solo i governanti hanno il veto di vita o di morte sull’umanità.  Non dobbiamo consentire loro di anteporre alla vita e alla pace alcun interesse e logica che possa metterle in pericolo, per questo vanno sollecitati a farlo da ognuno di noi, con la forza delle parole e con azioni pacifiche.

La stragrande maggioranza degli italiani di oggi è nata dopo la guerra, in un periodo di benessere e pace, una pace di cui abbiamo potuto godere fino ad ora, grazie a chi, dopo un grande conflitto che ha coinvolto il mondo,  seminando morte e  distruzione, ha sacrificato la propria vita per lasciare dietro di sé, ai propri figli, uno Stato libero e democratico. E se quella pace  è durata per 80 anni  è anche, certamente, merito di un’opinione pubblica sensibile, attenta a difenderne il valore nei luoghi di discussione e di confronto culturale, politico, sociale;  a divulgare i valori della pace attraverso la stampa, la televisione, il cinema; a insegnarli nelle scuole, raccontando cosa accadde a Hiroshima e Nagasaki, scrivendo e recitando le poesie della guerra che distrugge,  tramandando le memorie delle tragedie della Resistenza, dell’Olocausto, delle Foibe;  a costruire una cultura della pace planetaria da affermare, difendere e condividere.

Oggi, invece, sembrerebbe che alla guerra si sia fatta l’abitudine, che sia meno spaventosa e, per questo, diminuisce, fino quasi a scomparire, l’impegno a raccontare, a conoscere, a riflettere, mentre aumenta quel pericoloso torpore, lo stesso della rana che cuocendo a fuoco lento, non sente più il calore dell’acqua in cui morirà bollita. 

Dobbiamo risvegliare le nostre coscienze assopite, o forse rassegnate, e far sentire la nostra voce. Lo dobbiamo ai nostri figli, lo dobbiamo ai nostri padri, quelli che hanno combattuto per la pace.

In uno scenario per niente rassicurante,  è incoraggiante sapere che diversi movimenti pacifisti stanno lavorando per sensibilizzare persone, comunità, governi perché ognuno dal proprio canto si impegni a lavorare per  il disarmo, soprattutto per il disarmo nucleare, ad evitare il rischio, sempre più incombente, di guerre globali e distruttive che causerebbero in un baleno la fine del pianeta e dell’umanità.

Tutti abbiamo il dovere di collaborare a quest’opera di sensibilizzazione per renderla più incisiva e per coinvolgere il mondo intero. Ancor di più dobbiamo farlo come amministratori perché, pur non avendo il potere di decidere sul destino dei popoli e delle nazioni, possiamo, tutti insieme, sensibilizzare e sollecitare i governanti a scegliere la vita.

La corsa al riarmo da parte di tanti Stati, cui assistiamo negli ultimi tempi, con l’enorme mole di denaro speso per sostenerla, preoccupa per le conseguenze che essa può generare sugli equilibri geopolitici, ma ancor più preoccupante sarebbe l’allargamento degli arsenali nucleari, già troppo numerosi, che allontanerebbe l’obiettivo di giungere al disarmo nucleare, e si esponendo l’umanità al serio  rischio di essere risucchiata in un fungo atomico.

Albert Einstein disse: “Non so con quali armi si combatterà la terza guerra mondiale, ma so che la quarta si farà con pietre e bastoni…"

Tra le campagne di sensibilizzazione attive nel mondo, quella dell’Associazione Senzatomica e della Rete Pace Disarmo, consapevoli che la diffusione di armi nucleari rappresenta ancora oggi una delle più grandi minacce alla pace e alla sicurezza internazionale,  mira a convincere i governi che non lo hanno ancora fatto ad aderire al Trattato di proibizione delle armi nucleari.

l’Italia ha ratificato nel 1975 il Trattato di Non Proliferazione (NPT) che impone a tutti gli Stati parte di impegnarsi per realizzare il disarmo nucleare totale e globale e aderisce al NPT in qualità di Stato non dotato di armamenti nucleari, essendosi impegnata a non costruirne né a procurarsene in alcun modo.

Sebbene gli accordi sul disarmo nucleare concordati tra le grandi potenze abbiano portato nei decenni allo smantellamento di decine di migliaia di armi nucleari, negli ultimi anni le operazioni di eliminazione sono talmente rallentate che, oltre 30 anni dopo la fine della Guerra Fredda, rimangono ancora negli arsenali circa 12.705 armi nucleari. Per questo, un percorso denominato Iniziativa Umanitaria e promosso dalla società civile internazionale ha portato a negoziare un Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW).

Il TPNW è stato adottato il 7 luglio 2017, con il voto positivo di 122 Stati ed è entrato in vigore con l’adesione del 50esimo Stato,  il 22 gennaio 2021. Ad oggi gli Stati che hanno aderito al Trattato sono 85 e tra questi non c’è l’Italia.

Il Governo italiano, nonostante abbia firmato la nascita del Trattato nel 2017, non ha ancora aderito. Noi riteniamo fondamentale che gli Stati proibiscano la produzione di armi nucleari e di conseguenza che si impegnino a farlo e farlo fare agli altri governi. Non può essere considerato un deterrente alle aggressioni da parte di altri stati, il fatto di poter disporre di armi nucleari perché l’unico deterrente valido è quello che proibendone la costruzione e l’utilizzo, gli altri non hanno motivo ad armarsi per difendersi.

Per questo, l’8 aprile 2025, il Consiglio comunale di Priverno, con i soli voti dei Consiglieri di Maggioranza, ritenendo l’adesione al TPNW un’azione che può contribuire a promuovere il dialogo e la diplomazia, superando la logica obsoleta della deterrenza nucleare fondata sulla sfiducia reciproca e  convinto, di conseguenza, che l’entrata in vigore del TPNW possa rafforzare la costruzione del paradigma di sicurezza internazionale costruito sulla multilateralità, sugli accordi per il disarmo, sulla sicurezza umana, che anche l’Italia in tante altre occasioni ha sostenuto,   ha approvato una delibera con la quale ha  aderito alla Campagna “Italia, Ripensaci”, organizzata dalla Rete Italiana Pace e il Disarmo,  da Senzatomica nell’ambito dell’Appello delle Città (ICAN Cities’ Appeal), promosso in tutto il mondo dalla International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (Premio Nobel 2017) con l'obiettivo di sollecitare il governo italiano ad aderire al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW), entrato in vigore il 22 gennaio del 2021.

 

Si tratta certamente di un gesto simbolico, ma di elevato significato politico e civile che speriamo possa contribuire a sensibilizzare chi ha il potere di impegnarsi, più di noi per il  bene dell’Italia e, in questo caso, dell’umanità.

Per questo, La Delibera di adesione alla Campagna di sostegno al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW), pubblicata all’Albo e sul sito del Comune, verrà trasmessa, quale atto simbolico,  alle massime cariche dello Stato e alle Commissioni Affari esteri e comunitari della Camera dei Deputati e del Senato, con l’invito a rivedere la posizione finora espressa e a cercare le modalità per aderire al percorso iniziato con la prima adozione del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari.

 

Ultima modifica: mercoledì, 14 maggio 2025

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